A volte la storia dell’arte riporta alla luce dei personaggi ingiustamente lasciati in secondo piano, che spesso hanno svolto l’importante ruolo di anelli di congiuntura tra più linguaggi. È il caso di Melozzo da Forlì (1438 – 1494), “senza cui” a detta del direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, “il Cinquecento di Raffaello e Michelangelo non sarebbe mai esistito“.
Da lunedì 29 gennaio 2011 apre i battenti al Museo di San Domenico di Forlì, Melozzo da Forlì. L’umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffello, un’eccezionale allestimento che raccoglie tutte le opere mobili del pittore romagnolo e alcuni capolavori che influenzarono la sua poetica.
Si parte da coloro che furono i maestri del Melozzo: Mantegna, Piero della Francesca (in mostra la Madonna di Sinigaglia), Bramante, Berraguete, Beato Angelico, Mino da Fiesole, Perugino, Benozzo Gozzoli, Paolo Uccello, Antoniazzo Romano, Raffaello (molti capolavori dell’artista marchigiano in mostra), e Palmezzano.
La mostra, a cura di Studio Wilmotte et Associes e Lucchi & Biserni, sarà visitabile fino al 12 giugno 2011, salvo attese proroghe.
pubblicato: mercoledì 15 dicembre 2010 da nabis
TRATTO DA http://www.artsblog.it